Al Pozzo dei Colombi si sono immersi Marc Douchet e Christian Kiki Moré. Nonostante qualche problema tecnico ai respiratori, gli speleosub sono scesi in profondità e, pur con scarsa visibilità, sono riusciti a ritrovare le sagole spezzate che erano state fissate lo scorso anno e che, finora, non erano ancora state rintracciate. Ora sarà più facile seguire la via giusta ed arrivare al punto massimo raggiunto nelle precedenti esplorazioni.
All'Abisso di Trebiciano sono scesi in acqua Maxence Fouilleul, Brice Masi, Michel Philips e Jeremy Prieur-Drevon. Due sub si sono immersi nel sifone di entrata, seguendo le vecchie sagole fino a giungere ad un punto nel quale le stesse sono state sepolte da un accumulo di sedimenti. E' questa una posizione particolarmente rilevante perché è proprio nei suoi immediati paraggi che dovrebbe dipartirsi la possibile prosecuzione dalla quale arriva l'acqua. La zona sarà quindi controllata al meglio nei prossimi giorni.
Altri due sub si sono calati, invece, nel sifone d'uscita. E' questo il punto che ha riservato, quest'anno, le maggiori novità. Si pensava che questo passaggio fosse impraticabile e, invece, si sta progredendo al suo interno con una certa facilità. Sempre con scarsissima visibilità, sono stati stesi quasi 200 m di sagola, procedendo in direzione nord/ovest. Il percorso segue la parete sinistra e, da un certo punto in poi, il soffitto del vano sommerso. Inizialmente si scende fino a raggiungere la profondità di 40 m, per poi risalire fino a -25 m.
Le prospettive esplorative sono estremamente interessanti e ricche di potenzialità.
Pozzo dei Colombi (Foto R. Radovan) |
Abisso di Trebiciano (Foto A. Maizan) |